Cerveteri Hotel - Guida Turistica

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LA NECROPOLI DELLA BANDITACCIA
  Di un'estensione che copre circa 10 ettari, la necropoli della Banditaccia si compone di quasi 400 sepolture, che si riferiscono a un arco cronologico piuttosto ampio, compreso tra l'VIII e il II secolo a.C. L'area offre, pertanto, la possibilità di seguire i mutamenti della tipologia di sepoltura per un periodo di circa sei secoli e, con essa, l'evolversi della mentalità, delle credenze e, più in generale, della cultura etrusca di Cerveteri. La ricchezza della necropoli della Banditaccia è completata dalle aree funerarie del Sorbo, di Ripa Sant'Angelo e di Monte Abatone. Difficili da visitare a causa dello stato di conservazione delle sepolture, della crescita della vegetazione (soprattutto nelle ultime due) e per i non agevoli spostamenti sul luogo, esse coprono un arco cronologico piuttosto esteso, che si riferisce a gran parte della storia etrusca di Caere, con abbondanti testimonianze riportabili alla fase villanoviana e a quella orientalizzante (necropoli del Sorbo e Tomba Regolini Galassi). Di particolare suggestione è certamente l'area funeraria in località Sant'Angelo: il complesso qui messo in luce si caratterizza per la presenza di ipogei aperti, su diversi livelli, lungo le pareti rocciose verticali, con facciate realizzate a finte architetture. Sul pianoro di Monte Abatone, l'itinerario può invece concentrarsi sulla visita della Tomba Campana e della Tomba Torlonia, entrambe con una struttura originale non rintracciabile nelle altre aree archeologiche di Cerveteri.
  Il Museo di Cerveteri, inaugurato nel 1967 e ricavato nel castello Ruspoli, è situato nel pieno centro storico della cittadina e conserva parte dei rinvenimenti emersi dagli scavi delle necropoli ceretane e dalla zona dell'abitato. La visita procede dal piano inferiore a quello superiore e va iniziata sul lato destro rispetto all'ingresso: in questa sezione le vetrine espongono gli oggetti pertinenti all'occupazione villanoviana del territorio, con particolare riferimento ai corredi provenienti dal sepolcreto del Sorbo. Sempre nella prima sala, emergono per importanza la piccola urna con la riproduzione di due sposi a banchetto raffigurati sul coperchio (copia minuta del più ben noto "sarcofago" conservato a Villa Giulia), e il cratere del Pittore dell' Eptacordo, artista attivo a Caere nei primi decenni del VII secolo a.C. La sala superiore è invece arricchita da una serie di sarcofagi di età ellenistica rinvenuti nella Tomba dei Tasmie e nella Tomba dei Sarcofagi, entrambe collocate al di fuori del recinto della necropoli della Banditaccia, nell'area c.d. delle Tombe del Comune. Accanto a questi manufatti, la sezione presenta una serie di lastre dipinte dal c.d. tempio di Hera e una splendida statua di Caronte proveniente dalla necropoli di Sant'Angelo. Nella stessa sala, sul lato di fondo, sono poi conservati diversi ex voto anatomici e alcune terrecotte architettoniche con funzione templar
  La Rocca è il centro della Cerveteri Medievale e comprende, oltre al castello vero e proprio, la parte che originariamente ne costituiva il Borgo antico, da tempo denominato Boccetta. Già dall'XI secolo ci appare ben munita di mura merlate, tuttora esistenti, che corrono lungo il perimetro dello sperone tufaceo su cui sorge. Nella zona della Boccetta, situata più in basso del Castello, vi è quello che rimane di un'antica torre di avvistamento con base circolare, che domina una grande porzione di territorio e di mare. La situazione attuale della rocca non è più quella originaria, avendo perso nel corso degli anni il suo aspetto di borgo fortificato. Comunque al suo interno, sono ancora conservati quei monumenti e quelle chiese che hanno accompagnato la storia della città.
PALAZZO RUSPOLI
  L'attuale sistemazione risale al 1533, quando la famiglia Orsini ricostruì le mura e il palazzo baronale. Le finestre e il portale seguono una tipologia cinquecentesca con arco a tutto sesto, mentre il portico e la loggia risalgono presumibilmente al 17° secolo. L'edificio, costruito sui resti delle antiche mura castellane, ha sfruttato e ampliato lo spazio destinato ad una delle antiche torri di guardia medievali. Con l'arrivo della famiglia Ruspoli subisce ulteriori modifiche sia interne che esterne.
CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE
  Si tratta di una piccola chiesa eretta intorno all'XI secolo, prossima alla cerchia delle mura ed è molto probabile che originariamente facesse parte di un complesso monastico. Nelle strette vicinanze vi è la presenza di un moncone di torre (forse campanaria), oggi sommariamente restaurata. All'esterno è preceduta da una breve scalinata che porta ad un terrazzo antistante la facciata con ingresso unico. L'interno si presenta a tre navate, la centrale è caratterizzata da una controsoffittatura a differenza delle laterali che hanno una copertura a botte.
FONTANA DEL MASCHERONE
  Situata nell'attuale piazza Risorgimento, venne costruita nel 1881. Ha una struttura architettonica a facciata scandita su due livelli, il più alto, concluso da un timpano semicircolare, ospita un orologio. La porta inferiore, con parete a bugnato, racchiude tra due colonne addossate la fontana vera e propria, inserita in una nicchia ad arco. E' caratterizzata da un mascherone e due animali marini ai lati che gettano acqua nella vasca sottostante. Al di sopra vi è lo stemma della città e una lapide marmorea incisa, che celebra il ritrovamento delle antiche falde acquifere etrusche di Cerveteri e la data di costruzione della stessa.
CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO
  Lasciando il centro storico e salendo per via Sant'Angelo, si raggiunge la chiesa e convento di San Michele Arcangelo. Fu fondato alla fine del '400 dai Padri Agostiniani. Si presentava all'esterno cinto da mura: lungo i lati non protetti ha un campanile il laterizio ed è dotato di un chiostro porticato da un solo lato. La chiesa è a pianta unica con volta a botte ed arco trionfale, che si apre su di un'abside quadrangolare con copertura a crociera. Lo spazio all'interno è scandito dalla presenza di paraste che modulano l'ambiente in 3 campate ideali. Due altari alle pareti laterali si fronteggiano al centro della navata e sopra di essi sono collocate due interessanti tele raffiguranti scene della vita di Sant'Agostino. Al Centro della parete dell'abside vi è una tela con San Michele Arcangelo che sconfigge Satana. Ai lati di questa, in una pittura murale, sono raffigurati Sant'Agostino e Santa Monica; il tutto sovrasta l'altare centrale.
IL SASSO
  Segni tangibili del periodo medievale risalgono al XII secolo. Un primo castello era posizionato in un luogo più basso rispetto a quello odierno, ma ora ne rimangono solo poche tracce. L'attuale casale o palazzo baronale è circondato da numerose abitazioni e dalla chiesa di Santa Croce, da cui prende il nome la piazzetta antistante. Il complesso ha un impianto cinquecentesco, voluto dalla famiglia Patrizi: vi è un cortile a croce diviso in due parti, costruito intorno ad una torre di accesso. La principale si apre tra le mura merlate ed è sormontata dallo stemma araldico dei proprietari. L'edificio ha un cortile interno con portico e giardino. La chiesa di modeste dimensioni fu fondata dal marchese Filippo Patrizi nel 16° secolo ed è ad aula unica con una piccola campana sul fronte. La cappella della Madonna è stata aggiunta nel 1642.
IL MUSEO DI VILLA GIULIA
  Ricavato all'interno della Villa voluta da Giovanni Maria Ciocchi Del Monte, eletto Papa col nome di Giulio III nel 1550, il Museo raccoglie gran parte dei materiali della civilta etrusca, rinvenuti durante le ricerche e le campagne di scavo o anche provenienti da collezioni private, come per esempio la ben nota Collezione Augusto Castellani ceduta nel gennaio del 1919 ed esposta, assieme ad altre, con nuove soluzioni dal dicembre del 1999. La grande quantita dei materiali e la loro varieta fanno del Museo uno dei migliori esempi di esposizione scientifica e didattica della cultura etrusca, dai primordi villanoviani alia conquista romana. Emergono per importanza e notorieta, il "sarcofago" degli Sposi, capolavoro della coroplastica ceretana della fine del VI secolo a.C.; il gruppo scultoreo con Apollo, Eracle ed Hermes che decorava la sommita del santuario di Portonaccio a Veio; le note lamine auree di Pyrgi, testimonianza fondamentale dei rapporti intercorrenti tra Caere e Cartagine intorno al 500 a.C., o, ancora da Pyrgi I'altorilievo frontonale proveniente dal tempio A e raffigurante un episodic del mito dei "Sette a Tebe", da poco restaurato e restituito nella sua integrale bellezza. La stessa villa, inoltre, e stata oggetto tra il 1998 e il 1999 di lavori di restauro architettonico che, a loro volta, hanno completato il progetto iniziato nel 1995 e "finalizzato al riordinamento scientifico e alfa riapertura di ampi settori del Museo, da anni chiusi al pubblico" (A.M. Moretti Sgubini, [a cura di], II Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma 1999).